I tessuti di canapa nell’Italia medioevale

L’esperta di moda e costume, Arianna Duranti, ci guida alla scoperta degli usi tessili della canapa nell’Italia medioevale.

Italia e canapa: un legame antichissimo

La storia della canapa come fibra tessile affonda le sue radici molto lontano nel tempo. La documentazione al riguardo offre la maggiore quantità di testimonianze a partire dal Medioevo fino ai giorni nostri, con documenti ufficiali fino ad arrivare ai racconti tramandati oralmente da tutte quelle nonne e bisnonne che ancora la canapa l’hanno coltivata, filata, tessuta e utilizzata.

La produzione italiana di canapa ha caratterizzato intere aree geografiche caratterizzate dalla disponibilità di acqua corrente e si è svolta prevalentemente in ambito domestico. A differenza di filati più pregiati e più complessi da maneggiare, la canapa è stata quasi esclusivamente prodotta in ambito domestico. In moltissimi paesi il rumore dei telai si sentiva provenire fino a tarda ora da ogni casa in cui ci fossero ragazze, poiché la tessitura veniva solitamente effettuata nelle ore serali, dopo aver lavorato nei campi o presso i maceratoi.

La canapa come livella sociale

Gli ambiti di utilizzo della canapa tessile sono stati prevalentemente tre:
– Quello agricolo con sacchi per contenere granaglie;
– Quello domestico con lenzuola e tovagliati;
– Quello vestimentale con indumenti intimi di varia pesantezza e grado di raffinatezza.

In tutti e tre gli ambiti l’importanza di alcune caratteristiche di questa fibra tessile sono state fondamentali quanto ricorrenti. La resistenza all’usura, alla trazione e ai parassiti hanno fatto sì che i tessuti realizzati in canapa avessero una diffusione trasversale presso le diverse classi sociali, poiché riguardavano necessità condivise a prescindere dal censo.

L’abbigliamento realizzato con tessuti di canapa consisteva prevalentemente nell’unico comune a tutta la popolazione, ovvero la camicia. Indossata di notte e di giorno, sotto a numerose altre vesti per i ricchi e come unico o principale capo per poveri o agricoltori al lavoro, la camicia portata a pelle svolgeva la funzione di canottiera, sottoveste, camicia da notte, pigiama e “maglia della salute”, diventando, di fatto, la prima e più importante protezione del corpo.

Non è irragionevole pensare che, in un’epoca in cui l’igiene personale non soltanto non era pratica frequente ma era scoraggiata e guardata con sospetto, il potere antibatterico e antiparassitario di questo tessuto sia servito a contenere, seppur in piccolissima parte, la diffusione di alcune malattie.

Uno studio difficile

Purtroppo la possibilità di studiare capi di abbigliamento originali di epoca medievale è alquanto limitata. Solitamente gli unici indumenti disponibili, escludendo quelli liturgici, sono quelli che si riescono a recuperare dalle sepolture. Essendo la camicia a diretto contatto con il corpo, quindi maggiormente coinvolta nel processo di deterioramento dello stesso, tutto ciò che si riesce a recuperare consiste in poco più che frammenti. Gli inventari, i testamenti e le descrizioni dei corredi testimoniano comunque un uso diffusissimo della camicia in canapa, che persino Caterina de’ Medici portò in dote al momento del matrimonio con Enrico II di Francia.

La canapa sotto le armature

E’ possibile che la canapa fosse utilizzata anche nella confezione del farsetto imbottito che si indossava sotto le armature. Se per quanto riguarda l’imbottitura è certo l’utilizzo degli scarti della lavorazione del cotone, per quanto riguarda il tessuto esterno l’unica certezza è che dovesse essere estremamente resistente, per proteggere il corpo sia dai colpi ricevuti in battaglia ma anche dal rischio che frammenti di metallo o i margini stessi degli squarci sulle armature potessero conficcarsi nella pelle. Anche in questo caso i reperti sono piuttosto scarsi e le uniche fonti certe sono quelle iconografiche, che ovviamente non riportano indicazioni dei materiali di confezione.

Le tele pittoriche di canapa

Un uso poco citato e poco conosciuto della tela di canapa è quello come supporto pittorico. La tela di canapa è stata un ottimo materiale da utilizzare come base per dipingere ed ha permesso alle opere realizzate su di essa di resistere al tempo e agli insetti, svolgendo un ruolo fondamentale nella conservazione di importanti frammenti della storia dell’arte.

[Immagine dalla Bibbia Maciejowski, 1250 circa]