Il progetto Nozze di Canapa

Tra le migliaia di aziende che in Italia operano nel settore della canapa, gettiamo oggi uno sguardo su chi sfrutta tutti gli utilizzi possibili della canapa in un singolo indirizzo: l’organizzazione di matrimoni. Parliamo di Sabrina Roghi e del suo progetto Nozze di Canapa.

Redazione: Innanzitutto chi è Sabrina Roghi?

Sabrina Roghi: Sono una mamma titolare di un’agenzia di wedding planner (organizzatore di matrimoni) con base in Toscana ma che opera su tutto il territorio Nazionale, Isole comprese. Lavoro molto sui social e cerco di educare le persone ed i clienti per sfatare i luoghi comuni che circondano la canapa e la sua erronea associazione alle sostanze stupefacenti ed evidenziare l’immenso potenziale che ha questa pianta.

Redazione: Come hai scoperto, o riscoperto, la canapa?

Sabrina Roghi: Nel mio lavoro sono sempre alla ricerca di tessuti, oggetti o qualsivoglia spunto che possa differenziarci delle migliaia di wedding planners presenti in Italia e un giorno stavo cercando degli allestimenti, delle tovaglie, qualcosa di particolare e di molto naturale per allestire un matrimonio in Toscana e mi sono imbattuta nel corredo di mia nonna, interamente tessuto in canapa, formato da bellissimi torselli, asciugamani e tovaglie e ho avuto un’illuminazione: perché non usare la canapa al posto del lino o di altri tessuti? Nella mia attività imprenditoriale voglio parlare di legami e di quel giorno bisogna ricordare l’emozione e non soltanto la cerimonia in sé. Come tutti sanno, nei momenti importanti della vita, ognuno di noi ha i suoi piccoli riti scaramantici. Per la sposa, il giorno del matrimonio detta dei riti scaramantici popolari precisi: deve indossare qualcosa di blu, qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato e qualcosa di regalato. Io ho aggiunto un ulteriore elemento: qualcosa di canapa, che rappresentasse il legame tra i due sposi. Tra l’altro i corredi si tramandavano nelle famiglie, raccontavano essi stessi una storia, legava varie generazioni l’una all’altra e il mio progetto si chiama appunto “Nozze di canapa, legati in un nodo o nell’altro” ed il simbolo è formato da una corda che descrive un cuore.

Redazione: Cos’è Nozze di Canapa?

Sabrina Roghi: Inizialmente pensavo ad un semplice uso di questi tessuti nell’allestimento interno e/o esterno di una cerimonia, poi con l’uso dei motori di ricerca si è svelato di fronte a me un mondo. Ho capito immediatamente che la canapa poteva essere la materia prima su cui costruire un matrimonio a 360 gradi, utilizzandola per i tessuti, le candele, gli allestimenti, il cibo e le bevande, la carta degli inviti e dei tableau, eccetera. Da qui a cavalcare l’onda è stato un passaggio rapidissimo, anche perché siamo un’azienda e bisogna sempre cercare idee differenzianti rispetto alla concorrenza, partendo innanzitutto dal nome, Nozze di Canapa, il tutto con uno sguardo attento alla sostenibilità ambientale. Fatti i debiti controlli per non incorrere in eventuali reati, ho approntato tutto un marchio e un’organizzazione specifica per poter lavorare in questo senso e ho contattato quindi tutti i professionisti che operano in Italia in questo campo, al di là del discorso delle infiorescenze. Il marchio è partito a Gennaio di quest’anno, diffuso anche con interviste su pubblicazioni di vari settori e su quotidiani a tiratura nazionale. Ho cominciato a frequentare le fiere di settore e il marchio rapidamente è andato all’orecchio di vari professionisti che operano nel settore della canapa, i quali collaborano con la mia agenzia per quanto riguarda i vari aspetti dell’allestimento matrimoniale, come ad esempio cuochi stellati che sperimentano alimenti a base di canapa, come Giorgio Trovato. Ovviamente Nozze di Canapa prevederà un’offerta modulare, ossia gli sposi potranno scegliere se aderire in toto o soltanto per alcuni aspetti a loro più congeniali. Ho conosciuto Raffaello D’Ambrosio, uno degli organizzatori del Salone Internazionale della Canapa, che si è tenuta a Milano il 27/28/29 Settembre scorsi, e lì abbiamo avuto il piacere di presentare ufficialmente il marchio Nozze di Canapa.

Redazione: Perché al Salone Internazionale della Canapa di Milano e in cosa è consistito questo evento nell’evento?

Sabrina Roghi: Abbiamo scelto l’Italia per la sua storica tradizione in fatto di canapa e per la qualità che caratterizzava queste coltivazioni: si pensi che a tutt’oggi le corde di un evento conosciuto in tutto il mondo come il Palio di Siena sono chiamati “canaponi”. A Milano abbiamo proposto il primo vero matrimonio di canapa, con tutta l’organizzazione specifica: abbiamo avuto gli sposi, gli officianti, cibi, bevande e quant’altro.

Redazione: E com’è andata?

Sabrina Roghi: Un grande successo! Nello specifico, abbiamo ricreato una mise en place molto elegante con porcellane di Ginori, argenteria, tovaglie in canapa e bauli con torselli ed altro materiale sempre in canapa, come ad esempio piccole saponette fornite da BioVerSi; vi era una stampa degli sposi su tela di canapa e, all’esterno, abbiamo allestito un’ambientazione simil celtica con archetti e fiori, per un rito matrimoniale a tema.
Gli sposi (veri!), Alessandro Raudino (presidente di Cannabis Cura Sicilia) e Florinda Vitale, sono stati vestiti con abiti in tessuti di canapa realizzati dall’atelier Via Maggio di Firenze; lo sposo indossava una giacca di lino e canapa bordò, scarpe in canapa e bottoniera con infiorescenza che riprendeva il bouquet della sposa, mentre quest’ultima indossava un vestito di tessuto leggero di canapa con una coroncina di infiorescenze e una lunga treccia. Piccola curiosità: a causa di un disguido con un altro atelier a poco più di una settimana dalla cerimonia, gli abito sono stati poi realizzati con tessuti in canapa del corredo di mia nonna in appena 3 giorni e con misure prese per telefono: un autentico miracolo ed un piccolo segno del destino!
Fuori, la soprano ha allietato con la sua arte tutta la cerimonia, intonando la sua canzone e creando un ambiente quasi magico che ha rapito tutti, visitatori compresi, quasi caduti in una trance collettiva, accompagnata dal suono di hang. Dopo l’officiazione della cerimonia, culminata con lo scambio degli anelli, creati con un intreccio di filo di canapa e argento, sono state proposte delle degustazioni di prodotti a tema canapa e abbiamo offerto anche una esperienza multisensoriale molto originale: tramite vari sensori posti sulle piante, si è potuto ascoltare il suono emesso dalla canapa, riuscendo persino a capire se la pianta è maschio o femmina.
Insomma, abbiamo creato a tutti gli effetti un’esperienza sensoriale, che può fare vivere ad una coppia e ai suoi ospiti dei momenti davvero unici, quasi un viaggio dentro sé stessi e, nel contempo, educato le persone a vedere le vere potenzialità della canapa e rivalutarla attraverso i tessuti, i materiali, il cibo e tutto ciò che può servire nell’allestimento di un matrimonio.
Sostenibilità, valori, tradizioni in una visione totalmente innovativa e di classe.

Redazione: Credo che tu voglia ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo, è vero?

Sabrina Roghi: Sì, la nostra è una squadra di professionisti e vorrei che alcuni di loro fossero una costante, dato il positivo rapporto collaborativo che si è creato: Matteo Mezzalira di Pubbliphoto, l’atelier Via Maggio di Firenze e Cerimonia Vocale di Cristina Verderio. Vorrei aggiungere anche dei ringraziamenti speciali per chi ha contribuito a realizzare l’evento di Milano: Adriana Fortunato, che ha fornito il tovagliato in canapa, Monica Nocco per gli arredi interni, Floral Season per gli arredi esterni, Marco Munari per l’argenteria e i decori, Nando Bambini per la realizzazione degli arredi esterni, Lorella Fanotti per i gioielli in canapa, Duo Phi Bonacci hangplayer, Ad Hempathy che con il loro prosecco Secco Sativa hanno dato il via al brindisi.

Redazione: Più in generale, cosa manca oggi all’Italia per tornare protagonista nel mercato mondiale della canapa?

Sabrina Roghi: Innanzitutto c’è bisogno che le Istituzioni non sparino a zero su questo settore ma legiferino in maniera adeguata e lo sostengano, permettendone lo sviluppo. Inoltre manca la corretta informazione e la consapevolezza: sono una donna d’affari ma anche una mamma e ogni volta che sento parlare di un grow shop lo sento identificare come un luogo di perdizione e chi ci entra come un drogato e molte persone che semplicemente vorrebbero acquistare una tisana ci pensano due volte prima di entrare in negozio. Fondamentale è stimolare la conoscenza della canapa industriale con tutte le sue innumerevoli sfaccettature, mettendo a conoscenza le persone degli utilizzi che questa pianta ha e della storia che ha avuto nel nostro Paese. A titolo esemplificativo posso raccontare un piccolo aneddoto: tempo fa, Mario Caramel (proprietario del sito Canapa e Basta) mi ha inviato dei campioni di tessuto, peraltro bellissimi, che presentano un piccolo neo: è un tessuto prodotto con materia prima proveniente dall’estero perché in Italia ancora non riusciamo a costruire una filiera 100% Made in Italy che possa rinverdire i fasti del passato. A tutt’oggi incontro delle comprensibili resistenze anche nei locali che operano nel settore dell’organizzazione di eventi: sarebbe mia intenzione di organizzare aperitivi o cene a base di canapa nei locali della riviera toscana, ma i proprietari hanno paura della cattiva pubblicità che potrebbe scaturire in caso avvenisse qualche inconveniente o finanche qualche segnalazione alle Forze dell’Ordine da parte di concorrenti. Purtroppo nel ramo delle attività ricettive la pubblicità è tutto e quella negativa non può permettersela nessuno.

Redazione: Una curiosità su Nozze di Canapa?

Sabrina Roghi: Ho scoperto dopo poco tempo che il mio marchio ha quasi lo stesso nome, “Le nozze di canapa, quando c’era del filo da torcere”, di un libro di Osvaldo Cipollone, il quale descrive gli usi e i costumi popolari avezzanesi legati a questa pianta. Lo contattai e lui fu ben felice di mandarmi il suo libro, molto interessante.

Redazione: Progetti per il futuro?

Sabrina Roghi: Ricollegandomi al discorso precedente, la mia idea sarebbe quella di organizzare una fiera a cielo aperto, non per gli addetti del settore, ma più simile ad uno street food, aiutata magari dalle autorità locali o da qualche associazione, con stand alimentari a tema, birre artigianali a base di canapa, tessuti e quant’altro, in modo da far vedere a tutti, alle persone scettiche, alle famiglie che si preoccupano dei propri figli, a chi non ha idea di cosa sia la canapa, tutto il mondo economico-produttivo che gira intorno a questa pianta. Le sinergie ed i contatti non mancano e sarebbe bello poterlo mettere in pratica, superando anche le difficoltà logistiche ed organizzative che un evento siffatto comporta. Riguardo la mia azienda, ed il mio marchio, intendo produrre dei complementi d’arredo e dei prodotti di vario tipo, tutti in canapa e derivati, da proporre ad alberghi e spa. Le coppie che si regalano un fine settimana o una vacanza più lunga potrebbero trovare prodotti a tema che idealmente consoliderebbero il legame tra la coppia stessa, scopo, peraltro, del mio lavoro. Un progetto molto ambizioso che richiede investimenti di una certa entità ma che non è esclusivamente relegato nel cassetto dei sogni. Sono ben conscia che il mio sia un progetto difficile posto in un campo minato, tuttavia mi auguro di poter lasciare qualcosa ai miei figli, perché migliorare e migliorarsi è un dovere nei nostri confronti ma soprattutto nei confronti di tutte le generazioni che ci succederanno. Citando una frase dell’ex Presidente dell’URSS Mikhail Gorbaciov “Quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, potranno arrivare alla conclusione che questi non sapevano: accertiamoci di non passare alla Storia come la generazione che sapeva, ma non si è preoccupata”.


Sabrina Roghi, Agenzia SR W&Ep
Via A.Saffi 1
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Tel 3337200572
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