Canapa in Italia

Canapa in Italia

La canapa e la sua coltivazione nell’Italia del III Millennio

L’Italia e la canapa vantano un rapporto strettissimo di durata secolare, durante il quale la pianta è stata utilizzata e trasformata a tutte le latitudini: in ogni parte della penisola la canapa era la materia prima per tessuti di ogni genere: cordame, attrezzatura velica, materiali da costruzione. Questo fino agli anni ’50 del XX Secolo, quando fu soppiantata dal cotone e dalle fibre sintetiche provenienti da oltreoceano. La canapa fu infine demonizzata dai media di tutto il mondo e classificata come una droga: la sua coltivazione in Italia fu definitivamente proibita nel 1977.

Nel corso dei decenni la canapa (con i suoi 50000 utilizzi) fu pressoché dimenticata finché, nel 2013, il Parlamento Europeo non emanò un regolamento, il 1307/2013, che regolamentava anche la coltivazione della canapa con THC inferiore allo 0.2%, la canapa industriale, con la contemporanea creazione di un Registro europeo di 52 varietà consentite. Ciò aprì nuovamente le porte a questa pianta e cominciarono ad apparire sul territorio italiano, a macchia di leopardo, piccole realtà agricole incentrate su questa produzione.

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Canapa in Europa

piante di canapa

Perché la canapa è così importante per l’Europa?

La più grande sfida nel mondo di oggi è vivere in modo da conservare le risorse e mantenere la nostra impronta ecologica la più piccola possibile, per consegnare un mondo e una natura intatta ai nostri discendenti. La canapa ci offre molte possibilità tra cui la coltivazione rispettosa dell’ambiente e la grande varietà di prodotti basati su di essa.

Vantaggi ecologici della canapa

La canapa è “originaria” dell’Europa come pianta, cioè può essere coltivata bene, a differenza del cotone, che cresce solo ad una certa latitudine.

La canapa è una pianta dalle radici profonde e quindi estrae sostanze nutritive da regioni del suolo che non sono accessibili ad altre colture.

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Dalla crisi energetica all’energia della canapa

Mission Possible Canapa Sociale

Della crisi energetica dell’Occidente (ex?) industrializzato se ne parla ovunque e chiunque dice la sua, parlando quasi sempre a sproposito. Le analisi sulle origini, cause e soluzioni sono quantomeno fallaci, se non proprio cialtronesche, e non staremo qui a ripeterle o a prendere parte al teatrino della geopolitica (vera o presunta).

Qui parleremo d’altro, ossia di come migliorare una situazione piuttosto complicata, adattare le necessità dei vari protagonisti della società ad un miglioramento generalizzato della qualità della vita e cercare di proiettarlo nel medio-lungo termine.
Come fare, allora, a migliorare la qualità della vita delle persone, mantenere uno standard costante di produzione elettrica, fondamentale per non tornare al Precambriano e salvaguardare il pianeta Terra il più possibile?

Partiamo con una piccola analisi delle attuali fonti energetiche disponibili.

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Canapa in Romania

canapa in Romania

Dai tempi antichi ai giorni nostri

Le popolazioni delle zone della Dacia e della Scizia erano storicamente votate alla coltivazione e alla lavorazione della canapa sin dai tempi più antichi, tanto da essere annotate negli scritti dello storico greco Erodoto.

In età moderna, la Romania è sempre stata un importante produttore di canapa industriale in ambito continentale; in seguito alla caduta del regime di Ceaușescu si assistette ad una decisa privatizzazione dei terreni atti alla coltivazione della canapa, tanto da far diventare il Paese meta di delocalizzazioni di aziende del settore, soprattutto olandesi e nordamericane.

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Canapa in Francia

Canapa in Francia

La canapa come risorsa mai dimenticata

Contrariamente a molti Paesi europei, in Francia la coltivazione della canapa non è stata economicamente distrutta dall’arrivo del cotone e dalle fibre sintetiche nel corso del Novecento, ma soltanto molto ridotta. Ne è la prova il fatto che il Paese transalpino è il primo produttore di canapa industriale d’Europa ed è quantitativamente secondo solo alla Cina.

Tale notevole produzione ha ovviamente un vasto bacino di sbocco: primo in Europa per la canapa e derivati per uso alimentare, grande produzione di bioplastiche per le automobili e con un mercato della bioedilizia di alto livello, sia qualitativo che quantitativo. Si pensi che solo la trasformazione della materia prima canapa ha un fatturato di oltre 40 milioni di Euro, ed è in forte ascesa.

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Canapa in Austria

Canapa in Austria

La canapa austriaca tra convenienza e oblio

Come in tutte le Nazioni mitteleuropee, anche in Austria la canapa ha una storia agricola e industriale non indifferente. Sebbene l’uso industriale non sia mai stato vietato per legge, la coltivazione sparì quasi completamente nel Novecento perché non più conveniente dal punto di vista economico. Negli anni ’90 anche in Austria si è riscoperta questa pianta straordinaria.

Una riscoperta tutta da organizzare

La riscoperta della canapa è coincisa con la direttiva dell’UE che ha fatto chiarezza sulle varietà e sulle caratteristiche che le piante coltivabili debbono avere, tuttavia l’Austria rimane nella parte centrale delle classifiche europee di produttori.

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Canapa in Germania

Canapa in Germania

Nei vari Stati germanici prima dell’unificazione del 1870, la canapa era normalmente coltivata ed utilizzata, ma si è dovuti arrivare alla caduta del Muro di Berlino per riscoprire questa pianta e le sue innumerevoli applicazioni.

Dal 1990, infatti, si è tornati a coltivare la canapa e nel 2011 si è giunti ad una parziale depenalizzazione con la possibilità d’uso per motivi medici.

Nonostante una legislazione piuttosto morbida, anche a livello regionale, la Germania rimane quasi al palo per quanto riguarda la produzione, costretta ad importare la quasi totalità della canapa da Canada, Paesi Bassi e Cina.

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Canapa nel Regno Unito

canapa regno unito

Un impero basato sulla canapa

Nella storia uno dei più grandi imperi coloniali è stato quello del Regno Unito (oggi Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord): esso si espandeva per quasi tutto il Nordamerica (odierni Canada e U.S.A. e Antille), l’Africa (dall’odierno Egitto al Sudafrica), l’Oceania, l’India e Ceylon (odierni India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka e Birmania) e la Mesopotamia.

Questa grande potenza era dovuta ad una innegabile supremazia navale che durò fino al Novecento e la canapa era parte integrante di questo meccanismo travolgente: le attrezzature per la navigazione, come vele o cordami, erano quasi esclusivamente di canapa russa (nonostante in tutte le Isole britanniche la canapa venisse coltivata regolarmente) e la stessa pianta era utilizzata nella costruzione dei velieri.

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Canapa in Ungheria

Canapa in Ungheria

Nel Paese magiaro le sanzioni per il possesso, il consumo, la vendita e la coltivazione di canapa sono estremamente elevate. Si rimane sorpresi che un Paese con una così lunga tradizione di canapa sia oggi uno dei più accaniti sostenitori del divieto.

La tradizione della canapa in Ungheria ha avuto origine molto tempo fa. La coltivazione della canapa nella regione iniziò intorno al I secolo a.C., prima dell’arrivo dei Romani. Questo è stato dimostrato da scavi e ritrovamenti effettuati da diversi gruppi archeologici.

Sono stati i contadini locali a sfruttare la canapa, soprattutto per produrre abbigliamento e altri tessuti, che sono parte integrante del folklore del Paese e persino una componente indispensabile del costume tradizionale ungherese.

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Canapa in Spagna

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Le riforme della politica sulla canapa in Spagna ristagnano

In Spagna si trovano alcuni dei gruppi di ricerca più attivi d’Europa nello studio della canapa e non sono gli unici a temere che il Paese iberico difficilmente giocherà un ruolo importante se la politica non compie passi più coerenti.

Negli ultimi anni il governo spagnolo non ha mostrato alcun progresso nella politica sulla canapa: l’attuale esecutivo non sta facendo alcuno sforzo per avviare ulteriori riforme e questo avviene nonostante la crescente pressione dell’opinione pubblica, dell’industria e persino di alcuni esponenti politici. Recentemente è stata istituita una Commissione per lo status giuridico della canapa ma non è mai stato reso attivo.

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